L’offerta di pace etiope è un primo passo fondamentale per i futuro dell'Eritrea.
L'Etiopia ha deciso di accettare il trattato di pace di Algeri del 2000, mai accettato, per porre fine alla guerra Etiopia-Eritrea del 1998-2000 e permettere il rimpatrio dei prigionieri di guerra oltre al rispetto dei confini.
A sorpresa nel giugno 2018 il primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali ha dichiarato di essere pronto ad accettare l'accordo di Algeri e a mettere in atto la pace.
La motivazione agli accordi di pace pare possano essere principalmente di tipo economico.
E' un fatto che Addis Abeba non ha uno sbocco al mare e le attuali alternative di far passare le merci dal Kenia o da Gibuti*, dove però i porti sono occupati dalle navi da guerra che fanno aumentare i prezzi dei commerci a dismisura sno penalizzanti, quindi cosa c'è di meglio che un gratificante accordo di pace?
Inoltre c'è il problema dei rifugiati che potrebbero rientrare in Eritrea contribuendo, nel tempo beninteso, a normalizzandosi le cose.
L'Italia è stato il primo paese a visitare formalmente l'Eritrea il 12 di ottobre dopo gli accordi di pace con L'Etiopia dopo un conflitto ventennale che ha causato decine di migliaia di vittime.
Questa visita sembra propedeutica per cominciare a risolvere il grave problema migratorio.
La sottoscrizione degli accordi di pace e cooperazione crea e supporta le premesse per recuperare risorse fin qui dedicate alla Difesa e alla sicurezza per destinarle allo sviluppo sociale ed economico del Paese.
*Negli ultimi dodici anni Gibuti ha visto aumentare il suo peso strategico prima per le operazioni statunitensi contro al-Qaeda in Yemen e Somalia poi per l'intensificarsi della minaccia portata al traffico mercantile dai pirati somali.
L'avamposto militare vede da ottobre del 2018 la presenza di una base militare italiana'Italia assieme ad americani, francesi, spagnoli, giapponesi per citare i piu importanti.
Ex colonia francese, il Gibuti ha raggiunto l'indipendenza nel 1977; lingue ufficiali sono l'arabo ed il francese.
.