LA BATTAGLIA DI SAVITA*

Unione europea aborto in Irlanda dopo il referendum. 18irl

LA BATTAGLIA DI SAVITA*
In Europa, le restrizioni sull'aborto sono più severe e stringenti in Paesi di fede cattolica. 

Nell'Unine Europea l'aborto è negato in caso di pericolo per la madre in Polonia, Cipro e Malta, dove l'interruzione di gravidanza non è concessa in nessuna circostanza come del resto nello stato del Vaticano. 

Nel Regno Unito l'aborto è consentito fino a 24 settimane, ma serve il parere positivo di due medici. 

In Italia la legge 194 del 1978 ha depenalizzato e disciplinato le modalità di accesso all'aborto in una struttura pubblica entro i primi 90 giorni e se è un aborto terapeutico entro il secondo trimestre. 

Nell'Irlanda del Nord, come nel resto dell'isola, la pratica era completamente vietata. 

Venerdì 25 maggio 2018 l'Irlanda, attraverso un referendum sull'interruzione volontaria di gravidanza, ha deciso di abrogare l’ottavo emendamento della Costituzione – che equipara il “diritto alla vita del nascituro” al “diritto alla vita della madre”. 

La vittoria del "si" ha dato al Parlamento il potere di introdurre una nuova legge, meno restrittiva. 
In Irlanda – un paese in cui la religione cattolica è molto influente e radicata e in cui il divieto di abortire era scritto nella Costituzione – l’interruzione di gravidanza era di fatto illegale in quasi tutte le circostanze, tranne nel caso in cui fosse a rischio la vita della donna. 
Non era consentita in caso di stupro o incesto e nemmeno quando c’è una grave anomalia fetale. 

Abrogando l'ottavo emendamento si consente l’interruzione della gravidanza senza restrizioni fino alla dodicesima settimana e oltre la dodicesima settimana quando la vita della donna, la sua salute fisica o mentale sono a rischio o in presenza di gravi anomalie fetali. 
I medici obbiettori sono previsti ma sono obbligati ad indirizzare la donna incinta che vuole abortire a un altro professionista non obiettore. 

Quella del 25 maggio è stata una vittoria schiacciante, oltre ogni aspettativa, per i “sì” alla legalizzazione dell'aborto, segno di una società un tempo fortemente permeata dall'influenza della Chiesa cattolica e ora decisamente incamminata verso altri modelli, come già aveva dimostrato un altro referendum, quello che nel maggio del 2015 legalizzò le nozze gay. 

L'Irlanda e Dublino, nella giornata della vittoria del"si", ricordano il caso straziante e che fece tanto clamore, della Signora Savita Halappanavarcon, una dentista hindu di 31 anni, irlandese di origini indiane, la quale morì di setticemia dopo che i dottori le negarono un'interruzione di gravidanza alla 17esima settimana, spiegandole che quello era un paese cattolico e il feto era ancora vivo. 

La morte della Signora Savita del novembre del 2012 generò un movimento di protesta in tutto il paese per chiedere un cambiamento nella legge che oggi è realtà.

 
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