Le ambizioni di Turchia, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita si scontrano nel Corno d'Africa, dove una vera e propria "guerra degli approdi" coinvolge i paesi dell'area centro orientale del continente per il controllo di una delle maggiori vie marittime del mondo e per le risorse dell'entroterra.
L’area del Corno d’Africa è interessata da anni da una guerra commerciale tra i paesi del Golfo Persico e non solo, che gestiscono diversi porti sulla costa che si estende a nord dalla Somalia, attraverso Gibuti, Eritrea e Sudan, in direzione del canale di Suez.
Qui, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita da una parte e Turchia e Qatar dall'altra si contendono il controllo dei maggiori approdi, sia per motivi commerciali che militari.
La sfida vede su fronti opposti il maggior esportatore di petrolio al mondo contro il paese con le più grandi riserve di gas naturale del pianeta.
Queste dispute coinvolgono tutti i paesi dell’area centro orientale africana: Sudan, Etiopia, Eritrea, Somalia e Gibuti, oltre all'autoproclamata repubblica del Somaliland e al territorio autonomo somalo del Puntland.
La gestione dei maggiori approdi dell’area restituirebbe ai paesi coinvolti il controllo di una delle maggiori vie marittime al mondo, lo stretto di Bab el-Mandeb, che collega il mar Rosso all’Oceano indiano e al mar Arabico.
Ecco dunque per l'Eritrea l'importanza strategica dei porti di Massawa e Assab.