ERITREA la STORIA

Le vicende storiche italiane nel corno d'Africa. 18eri

ERITREA la STORIA
L'importanza di conoscere i dettagli della presenza italiana in Eritrea dalla convenzione di Assab del 1882 sino alla sconfitta dell'Italia ad opera degli inglesi nel 1941.
1882 
A Roma la firma della convenzione su Assab nel sud dell'attuale Eritrea difronte al Golf di Aden,  tra il Regno d'Italia e la società genovese di navigazione Rubattino. 
L'atto impegnava lo Stato ad acquistare la baia di Assab in Eritrea per scopi commerciali e strategici.
Il 5 luglio dello stesso anno quell'area diventò italiana.
1890 
l’Eritrea fu ufficialmente dichiarata colonia italiana, con capitale Massaua. 
1893 
Il Negus etiopico Menelik denunciò il trattato di Uccialli volto a regolare i rapporti tra l'Impero d'Etiopia e il Regno d'Italia che venne disatteso da quest'ultimo.
Le controversie sul trattato di Uccialli furono una delle cause della successiva Guerra di Abissinia tra l'Italia e l'Etiopia, conclusasi con una netta sconfitta italiana.
1895
L'Italia continuò la sua espansione verso l'entroterra (Axum, Macallè, Adua) e nel settembre 1895 si svolse la Battaglia dell'Amba Alagi tra le truppe italiane e quelle etiopi, comandate dai Ras Makonnen, Alula e Mangascià.
Il presidio italiano comandato dal maggiore Pietro Toselli, composto da 2.300 uomini tra nazionali ed indigeni, venne assalito da circa 30.000 abissini; nello scontro, le forze italiane vennero completamente annientate.
1896 
Nella prima guerra italo-etiopica o campagna d'Africa orientale, gli italiani furono sconfitti ad Adua.
La sconfitta arrestò per molti anni le ambizioni coloniali sul corno d'Africa.
1897
Asmara divenne capitale dell'Eritrea italiana nel 1897, principalmente per il suo clima favorevole all'insediamento di europei, essendo situata a circa 2.300 metri sul livello del mare.
1935 
L’Italia invase l’Etiopia. L’aggressione fu sanzionata dalla Società delle Nazioni, con un embargo pieno di buchi ma con l’effetto di diffondere una parola dall'improvviso valore patriottico: autarchia. La penisola avrebbe detto addio alle importazioni, sarebbe bastata a se stessa. Niente caffè, sostituito dalle bevande d’orzo e di cicoria. Niente tè, rimpiazzato dal carcadè.
1936 
Conquista dell'Etiopia; tutte le colonie italiane del corno d'Africa furono unificate nella cosiddetta Africa Orientale Italiana (AOI)
La massima estensione dell'Eritrea fu raggiunta durante l'Impero italiano (1936-1941), quando territori settentrionali dell'Etiopia furono assegnati all'Eritrea come compenso per l'aiuto fornito dagli "Àscari" eritrei nella conquista italiana dell'Etiopia.
1938 
Attuate politiche di "superiorità razziale" nei posti pubblici eritrei a detrimento delle popolazioni di colore.
L'Eritrea fu scelta dal governo italiano come sede delle industrie nell'Africa Orientale Italiana.
1941 
L'esercito inglese sconfisse gli Italiani dopo la sanguinosa Battaglia di Cheren ed occupò tutta l'Eritrea italiana, mettendola sotto amministrazione militare fino al 1947.
La prima cosa che fecero gli Alleati fu smantellare il sistema industriale eritreo come bottino di guerra inclusa la ferrovia Asmara-Massaua, smantellata e spedita parzialmente in Sud Africa, e la teleferica che collegava Asmara con il Mar Rosso.
1947 
l'Eritrea fu consegnata ufficialmente all'Etiopia, provocando l'inizio dell'esodo della comunità italiana dall'Eritrea.
1949 
la popolazione di Asmara era di 127.579 abitanti di cui 17.183 italiani, ma il loro numero si andò assottigliando negli anni cinquanta. 
1962 
L’imperatore etiope Haile Selassie decide di annettere in maniera completa l’Eritrea al proprio impero, scatenando una lunga guerra di indipendenza. 
1975
Con l'inizio dei conflitti tra l'Eritrea indipendente e l'Etiopia, il governo italiano istituì un ponte aereo per portare a Roma quasi tutti i membri della comunità italiana di Asmara.
Alla fine degli anni ’70, si riapre prepotentemente il conflitto con l’Etiopia: l’esercito del Negus riesce ad occupare buona parte del Paese, sostenuto in campo internazionale anche dagli USA e dal blocco Alleati
1984 
Parte la controffensiva dei gruppi indipendentisti che riescono a liberare definitivamente il Paese nel 1991
1993 
Si tiene un referendum per decidere se l’Eritrea debba rimanere uno stato federato dell’Etiopia o diventare uno Stato del tutto indipendente. Le votazioni, svolte sotto l’egida dell’Onu, si concludono con ben il 99% dei voti favorevoli.
Alla guida di un’Eritrea ormai indipendente viene nominato il Presidente Isaias Afewerki, tutt’oggi ancora in carica. 
2000 
Viene finalmente siglato ad Algeri un accordo di pace con l’Etiopia che pone fine a 42 anni di incessante conflitto.

Oggi, con le dimensioni dell'esercito eritreo e il massiccio investimento nell'industria bellica, l’Eritrea è fra i Paesi più militarizzati del mondo e sotto osservazione speciale dell’Onu a causa delle torture applicate in maniera sistematica ai prigionieri oppositori e non.
Buona parte degli eritrei scappa proprio dal servizio militare obbligatorio: sulla carta dovrebbe durare 18 mesi, ma secondo rapporti di Amnesty International moltissimi finiscono per svolgere la leva a tempo indeterminato. 
Human Rights Watch ha definito quella eritrea una delle più feroci dittature del mondo che può ‘vantare’ ben 361 tra carceri e centri di detenzione.
Secondo la Ong “Reporters sans frontières”, l’Eritrea è stata per anni il Paese meno libero del mondo.
La maggior parte degli eritrei, si stima il 9% della popolazione, fugge per evitare la leva obbligatoria e diventare schiavi del regime fra le maglie dell’esercito. 
Non esistono partiti di opposizione e non è possibile manifestare la propria contrarietà al regime senza finire incarcerati.

Chi fugge dall’Eritrea lo fa verso l’Europa compiendo un viaggio di più di 4.000 km attraverso il deserto: tutto parte dall’Eritrea Occidentale, dove i gruppi criminali raccolgono i profughi per farli espatriare prima in Sudan, dove vengono consegnati ai trafficanti nomadi che li guidano attraverso le rotte nel deserto verso l’Egitto o la Libia. 

2018/agosto: oggi, dopo l'agognata pace con l'Etiopia, si sta aprendo un nuovo capitolo sulla via dello sviluppo e della auspicata democrazia nel paese. Nessuno avrebbe immaginato che il 2018 sarebbe stato un tempo di cambiamenti così radicali nelle relazioni tra Etiopia ed Eritrea e più in generale nella cornice geopolitica del Corno d’Africa.  

Eritrea: una nazione che sta cambiando pelle.  Le sue usanze, le sue tradizioni, le aspirazioni della sua società, la più giovane in particolare, saranno la base per catturare un futuro migliore.

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